Confronto: SCHOPENHAUER e NIETZSCHE
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"La vita è come un pendolo:
oscilla tra la noia e il dolore"
(A. Schopenhauer)
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Da giovane Nietzsche è
un lettore di Schopenhauer e la sua filosofia prende direttamente ispirazione
da quest’ultimo, ma con un capovolgimento decisivo nelle conclusioni.
Schopenhauer aveva sostenuto la mancanza di significato dell'esistenza: la vita
è per lui animata da una cieca volontà di vivere, che non conduce da nessuna
parte, è appunto cieca, esclude ogni finalismo. L’uomo è strumento dalla
natura, che usa i singoli individui come marionette. La vita è priva di senso.
Ne consegue il pessimismo: non è possibile progettare alcunché, non è possibile
costruire un destino significativo per sé o per l'umanità. La volontà di vivere
deve per Schopenhauer venir estinta superando l'inganno, e giungendo alla noluntas,
all'esatto opposto della volontà. La volontà di vivere deve capovolgersi nel
suo contrario, bisogna approdare a quello che la religiosità buddhista ha
chiamato nirvana: abbandono al nulla, estinzione di ogni moto di
volontà. Schopenhauer vede nella volontà di vivere il cuore della realtà,
l'equivalente della cosa in sé kantiana. Attraverso il filo di Arianna del
corpo, egli identifica la cosa in sé nella volontà di vivere, ma la respinge,
predica il suo superamento, indica la via della sua estinzione.
Nietzsche accetta questo discorso, ma non nelle conclusioni: se la volontà di vivere è il cuore della realtà, dobbiamo accettarla con tutte le nostre forze. La volontà non deve essere smorzata, estinta, superata nella noluntas, bensì dev’essere fatta nostra, dev’essere accettata. Dobbiamo coincidere con la volontà di vivere, dobbiamo affermare quella che diventa così la nostra volontà di potenza, dobbiamo voler coincidere col nostro destino.
Nietzsche accetta questo discorso, ma non nelle conclusioni: se la volontà di vivere è il cuore della realtà, dobbiamo accettarla con tutte le nostre forze. La volontà non deve essere smorzata, estinta, superata nella noluntas, bensì dev’essere fatta nostra, dev’essere accettata. Dobbiamo coincidere con la volontà di vivere, dobbiamo affermare quella che diventa così la nostra volontà di potenza, dobbiamo voler coincidere col nostro destino.
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una stella che danzi.
F.Nietzsche
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Uno dei motti più
pregnanti di Nietzsche è: ego fatum, io sono il fato, coincido col mio
destino. Per Nietzsche, la forza dell'uomo sta nella coincidenza con se stesso,
nell'accettazione della vita, nella “fedeltà alla terra”. L'accettazione della
volontà di vivere, che diventa volontà di potenza, implica una critica
di tutta la cultura e la filosofia occidentali, critica a cui Nietzsche procede
gradualmente, smantellando tutti i valori e i pilastri della civiltà
occidentale, in quanto essa sarebbe fondata sulla rinuncia alla volontà di
vivere
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