TOTALITARISMI E DEMOCRAZIE
-La crisi del 1929 e il New deal
Negli anni venti il primato
economico passò saldamente nelle mani degli Stati Uniti e la loro produzione
industriale conobbe un boom senza precedenti, tuttavia erano presenti elementi
di debolezza: infatti si verificò una crisi di sovrapproduzione amplificata
dalla speculazione finanziaria. Una grande quantità di denaro proveniente dai
profitti industriali venne investita nelle speculazioni di borsa, ma il 24
ottobre 1929 i valori delle azioni a Wall Street crollarono: si diffuse il panico
e si avviò una spirale di caduta dell’economia con fallimenti di banche,
imprese, privati e un’ondata di licenziamenti.
La crisi si rivelò lunga ed ebbe
conseguenze gravissime a livello internazionale. In Europa fu particolarmente
grave in Germania e in Austria, la cui ricostruzione era sorretta dai capitali
statunitensi. In generale la crisi fu un fattore di grave instabilità
internazionale e spinse tutti gli stati ad adottare politiche protezionistiche
e a svalutare le monete.
Il programma del nuovo presidente
statunitense Roosveelt, eletto nel 1932,
mirava a combattere la disoccupazione e la miseria e a equilibrare l’iniziativa
privata attraverso un decisivo intervento dello stato nell’economia. Il New deal, come fu chiamata la politica
di riforme, promosse la ripresa finanziaria finanziando una serie di grandi
opere pubbliche, che diedero lavoro ai disoccupati e aiutarono la ripresa
economica delle zone più colpite.
-Germania nel dopoguerra
La Germania
nel dopoguerra attraversò una drammatica crisi: nel 1918 fu approvata la costituzionedi Weimar ma la neonata
repubblica federale affrontò da subito gravi problemi: la
propagandanazionalista e militarista, la violenza delle organizzazioni
paramilitari di destra, l’inflazione e lasvalutazione della moneta
alimentarono un forte malcontento, particolarmente nel ceto medio.
Lasituazione si stabilizzò nel 1924 grazie all’aiuto economico degli Stati
Uniti (piano Dawes). Nelfrattempo però era sorto il Partito nazionalsocialista dei lavoratori di Adolf Hitler, con
unprogramma che mescolava antisocialismo, nazionalismo, razzismo,
antisemitismo.
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La Germania fu il paese europeo
in cui la crisi del 1929 ebbe le ripercussioni più drammatiche. La
disoccupazione colpì milioni di operai e il dissesto economico e sociale creò
gravi tensioni, che furono sfruttate dal partito nazista di Hitler,
conquistando consensi sempre più vasti. Il suo programma proponeva un
nazionalismo aggressivo ed espansionistico, centrato sull’esaltazione della
forza e dei caratteri fisici e psicologici del popolo tedesco, l’antisemitismo
e la promessa di sconfiggere la miseria e la disoccupazione.
Nel marzo 1933 Hitler diventa capo di governo, abolì ogni libertà politica e
sociale e impose la dittatura: dichiarò illegali i sindacati, i partiti e
chiuse tutti i giornali. Attuò una sistematica repressione del dissenso (ebrei,
democratici, comunisti, cattolici) scatenando un’autentica caccia alle
opposizioni attraverso le SS e la
Gestapo; A Dachau venne creato il primo campo di concentramento.
Nell’agosto 1934, alla morte del presidente Hindenburg, Hitler assunse anche la
carica di capo dello stato e
realizzò una completa fusione tra il partito nazista e lo stato. Hitler, oltre
al sostegno dei ceti medi e dell’esercito, ottenne anche l’appoggio della
grande industria.
Nel 1935 furono promulgate le
leggi di Norimberga, con cui gli ebrei venivano privati della cittadinanza
tedesca e di tutti i diritti. Dopo la “notte
dei cristalli” del 10 novembre 1938 si avviò la sistematica persecuzione
degli ebrei nei campi di concentramento. Il totalitarismo nazista, soppressa
ogni libera attività sindacale, controllava direttamente tutti gli aspetti
della vita lavorativa e produttiva. I più moderni mezzi di comunicazione di
massa, come la radio e il cinematografo, furono posti al servizio di un’opera
quotidiana di manipolazione delle coscienza.
"Notte
dei cristalli"
Kristallnacht.
Identifica la notte dal 9 al 10 novembre 1938, durante la quale si scatenò in
tutta la Germania la furia antisemita contro i negozi e le sinagoghe
ebraiche. Quella notte furono attaccati e distrutti migliaia tra sinagoghe,
negozi, uffici e abitazioni di ebrei e quasi duecento persone furono uccise.
Il regime nazista utilizzò come pretesto per scatenare questa furia antisemita
l'assassinio, avvenuto a Parigi il 6 novembre, del diplomatico tedesco Ernst
von Rath da parte di un giovane esule ebreo, Hirsch Grynszpan.
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Video: CRONOLOGIA DELL'ODIO
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Lo stalinismo
Dopo la morte di Lenin, Stalin divenne capo incontrastato del Partito comunista, vincendo l’opposizione
di Trockij. A partire dal 1927 egli sviluppò una politica di
industrializzazione forzata e collettivizzazione agricola. Lo strumento
utilizzato per raggiungere questo scopo fu la completa pianificazione
dell’economia e nel 1928 venne varato il primo piano quinquennale. Le risorse
economiche necessarie per gli investimenti industriali furono tratte
soprattutto dall’agricoltura. Nei confronti dei contadi che si opposero alle
collettivizzazione Stalin reagì con le deportazioni di massa nei campi di
lavoro. Con l’obiettivo di far diventare il paese una grande potenza
industriale e militare, in Urss venne favorita l’industria pesante a scapito di
quella dei beni di consumo.
Il totalitarismo stalinista ebbe
il suo centro nel partito che si identificò con lo stato: per garantire la
pianificazione economica e il controllo sociale, Stalin dovette sviluppare
enormemente la burocrazia.
Tra il 1936 e il 1938 l’Unione
Sovietica visse l’epoca del “grande
terrore”, della polizia segreta e dei gulag: ogni possibilità di dissenso
fu preclusa; dirigenti politici, funzionari, ufficiali dell’esercito,
contadini, semplici cittadini vennero giustiziati o deportati. L’arte, la
cultura, la scienza persero ogni possibilità di autonoma espressione.
-L’Europa tra fascismo
e democrazia
A partire dal 1935 in Europa crebbe
l’aggressività militare del fascismo e del nazismo: Mussolini e Hitler
siglarono un’alleanza di tipo offensivo (Asse
Roma-Berlino, ottobre 1936) destinata a sconvolgere i fragili equilibri
politici internazionali.
In Spagna nel 1936 le sinistre ottennero un gran success elettorale.
Le forze di estrema destra, alla guida del generale Francisco Franco, scatenarono una sanguinosa guerra civile e
ottennero l’appoggio militare di Hitler e di Mussolini. In favore della
repubblica si schierarono invece l’Unione Sovietica e gli antifascisti europei,
che, riuniti nelle brigate internazionali, affluirono in Spagna per combattere
contro i fascisti. Il conflitto fu vinto dai franchisti che instaurarono una
dittatura destinata a durare fino al 1975.
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